Tutorial METS: quadro generale
Introduzione
Curare una biblioteca di oggetti digitali significa gestirne,
necessariamente, i relativi metadati. I metadati necessari, ad
una gestione e ad un uso efficace degli oggetti digitali, sono
diversi ed anche piu' numerosi, rispetto a quelli usati per manutenere
collezioni di lavori a stampa o di altri oggetti fisici. Se una
biblioteca puo' conservare i metadati descrittivi di un libro,
il libro non si dissolvera' in una serie di pagine sconnesse, se
la biblioteca dovesse incorrere in qualche errore nel memorizzare
i metadati strutturali su come e' organizzato il libro, ne' gli
studiosi saranno impossibilitati nel valutare il libro se la biblioteca
dovesse sbagliare nell 'annotare che il libro e' stato prodotto
usando una stampa offset Ryobi. Lo stesso non puo' dirsi per la
versione digitale dello stesso libro. Senza i metadati strutturali,
le immagini delle pagine o i file di testo di cui e' costituito
un lavoro digitale sono di scarsa utilita', e senza i metadati
tecnici riguardanti il processo di digitalizzazione, gli studiosi
potrebbero essere insicuri su quanta rispondenza ci sia nella versione
digitale rispetto all'originale. Inoltre, per necessita' di gestione
interna, una biblioteca deve avere accesso a metadati tecnici appropriati
per rinnovare e migrare periodicamente i dati, assicurando che
la risorsa abbia un valore durevole.
Il progetto Making
of America II (MOA2) ha gia' fronteggiato questi problemi
in parte fornendo un formato per i metadati descrittivi, amministrativi
e strutturali per lavori testuali e basati su immagini. METS,
e' un'iniziativa della Digital Library Federation che,
sulla scorta del progetto MOA2 , si propone di costruire, e di
fornire, un formato di documento XML per codificare i metadati
necessari sia per la gestione degli oggetti della biblioteca
digitale contenuti in un deposito digitale, che per lo scambio
di alcuni oggetti tra i depositi (o tra i depositi ed i loro
utenti). In base al loro utilizzo, un documento METS potrebbe
essere usato sia come Submission Information Package (SIP), sia
come Archival Information Package (AIP), che come Dissemination
Information Package (DIP) del modello di riferimento del Open Archival
Information System (OAIS)
Un documento METS e' costituito da sette sezioni principali :
-
Intestazione METS - Questa sezione contiene
i metadati che descrivono il documento METS stesso, includendo
alcune informazioni quali autore, editore etc.
-
Metadati Descrittivi - La sezione dei metadati
descrittivi potrebbe sia puntare ad un documento METS esterno
(p.e., un record MARC in un OPAC oppure un EAD in cerca di
aiuto gestito da un server WWW), sia contenere metadati descrittivi
inclusi internamente oppure includerli entrambi. Sono ammesse
anche ripetizioni multiple di entrambi i metadati descrittivi
, sia interni che esterni .
-
Metadati Amministrativi - La sezione dei metadati
amministrativi contiene sia informazioni sui files che sono
stati creati e che conservano i diritti di proprieta' intellettuale,
sia metadati riguardanti l'oggetto di origine da cui deriva
l'oggetto della biblioteca digitale , e sia informazioni riguardanti
la provenienza dei file e le relazioni degli oggetti della
biblioteca digitale (p.e. le relazioni dei file master e di
derivazione, e le informazioni riguardo la migrazione e la
trasformazione). Allo stesso modo dei metadati descrittivi,
i metadati amministrativi potrebbero essere sia esterni al
documento METS, o codificati internamente.
-
Sezione File - La sezione
file e' una lista di tutti i file contenenti il contenuto che
comprende le versioni elettroniche dell'oggetto digitale . Gli
elementi <file> potrebbero essere raggruppati all'interno
di elementi <fileGrp>, per fare una suddivisione in base
alle diverse versioni degli oggetti.
-
Mappa Strutturale - La mappa
strutturale e' il cuore del documento METS. Essa mette in evidenza
la struttura gerarchica a cui appartiene l'oggetto della biblioteca
digitale, e collega gli elementi di quella struttura ai file
di contenuto ed ai metadati appartenenti ad ogni elemento.
-
Link Strutturali - La sezione
dei link strutturali METS permette ad un autore METS di memorizzare
l'esistenza di hyperlink tra nodi nella gerarchia definita
nella Mappa strutturale. Cio' e' di particolare importanza
nell'uso di METS per archiviare siti web.
-
Comportamento - Una sezione
di comportamento puo' essere usata per associare comportamenti
con il contenuto dell'oggetto METS. Ogni comportamento, contenuto
in questa sezione, ha un elemento di definizione di interfaccia
che rappresenta una definizione astratta dell'insieme di comportamenti
rappresentati da una particolare sezione comportamento. Ogni
comportamento ha anche un elemento di meccanismo che identifica
un modulo di codice eseguibile che implementa ed esegue i comportamenti
definiti in modo astratto dalla definizione dell'interfaccia.
Segue un'ulteriore spiegazione di dettaglio per ogni sezione e
per le relazioni che intercorrono tra di esse.
L'elemento di intestazione del METS permette
di memorizzare i metadati descrittivi minimi sull'oggetto METS
stesso all'interno di un documento METS. Tali metadati
includono la data di creazione del documento METS, la data della
sua ultima modifica, e lo status del documento METS. In
questa sezione vanno, inoltre memorizzati uno o piu' entita'
che hanno avuto un ruolo particolare rispetto al documento METS,
specificando il ruolo rivestito, ed aggiungendo una piccola nota
riguardo la loro responsabilita'. Inoltre, si possono memorizzare
una varieta' di identificatori alternativi del documento METS,
come supplemento all'identificatore primario per il documento
METS memorizzato nell'attributo OBJID dell'elemento root. Un
esempio dell'intestazione METS potrebbe essere il seguente:
<metsHdr CREATEDATE="2003-07-04T15:00:00" RECORDSTATUS="Complete">
<agent ROLE="CREATOR" TYPE="INDIVIDUAL">
<name>Jerome McDonough</name>
</agent>
<agent ROLE="ARCHIVIST" TYPE="INDIVIDUAL">
<name>Ann Butler</name>
</agent>
</metsHdr>
Tale esempio contiene due attributi sull'elemento <metsHdr> ,
CREATEDATE and RECORDSTATUS, che sono utilizzati per indicare
la data e l'ora in cui il record METS e' stato creato, e lo status
di elaborabozione del record. Vengono elencate, inoltre,
due entita' individuali del record METS, la persona responsabile
di aver creato il record e quella responsabile per il materiale
originale. Entrambi gli attributi "ROLE" e "TYPE" nell'elemento <agent> usano
un vocabolario controllato. I valori possibili per l'attributo
ROLE includono "ARCHIVIST", "CREATOR", "CUSTODIAN", "DISSEMINATOR", "EDITOR", "IPOWNER" ed "OTHER" I
valori per l'attributo TYPE possono essere "INDIVIDUAL" , "ORGANIZATION" or "OTHER."
La sezione dei metadati descrittivi di un documento METS e' costituita
da uno o piu' elementi <dmdSec> (Descriptive Metadata Section)
. Ogni elemento <dmdSec> potrebbe sia contenere un puntatore
a metadati esterni (elemento <mdRef>), che includere i metadati
internamente (nell'elemento <mdWrap> ), oppure puo' contenerli
entrambi.
I metadati descrittivi esterni (mdRef): un elemento mdRef
fornisce un URI che indentifica la locazione dei metadati esterni.
Per esempio, il seguente riferimento di metadati punta ad un particolare
oggetto della biblioteca digitale:
<dmdSec ID="dmd001">
<mdRef LOCTYPE="URN" MIMETYPE="application/xml" MDTYPE="EAD"
LABEL="Berol Collection Finding Aid">
urn:x-nyu:fales1735
</mdRef>
</dmdSec>
L'elemento <mdRef> di questa <dmdSec> contiene quattro
attributi. L'attributo LOCTYPE specifica il tipo di locatore contenuto
nel corpo dell'elemnto; valori validi per LOCTYPE includono 'URN',
'URL', 'PURL', 'HANDLE', 'DOI', e 'OTHER'. L'attributo MIMETYPE
specifica il tipo MIME per i metadati descrittivi esterni, ed MDTYPE
indica che forma di metadati sono contenuti. Valori validi per
l'elemento MDTYPE sono MARC, MODS, EAD, VRA (VRA Core), DC (Dublin
Core), NISOIMG (NISO Technical Metadata for Digital Still Images),
LC-AV (Library of Congress Audiovisual Metadata) , TEIHDR (TEI
Header), DDI (Data Documentation Initiative), FGDC (Federal Geographic
Data Committee Metadata Standard [FGDC-STD-001-1998] ), e OTHER.
LABEL fornisce il meccanismo per descrivere questi metadati a coloro
che visualizzano il documento METS, per esempio la visualizzazione
del documento in una 'Tabella di contenuti' .
I metadati descrittivi interni (mdWrap): Un elemento mdWrap
e' un contenitore dei dati inseriti direttamente nel documento
METS. Tali metadati possono assumere due forme: 1. codificati in
XML-encoded , con il codice identificativo dell'XML stesso come
appartenente ad un namespace diverso da quello del METS oppure
2. qualsiasi arbitraria forma binaria o di testo, considerato che
i metadati sono codificati come Base64 e contenuti in un elemento <binData> all'interno
dell'elemento mdWrap. I seguenti esempi mostrano l'uso dell'elemento
mdWrap :
<dmdSec ID="dmd002">
<mdWrap MIMETYPE="text/xml" MDTYPE="DC" LABEL="Dublin Core Metadata">
<xmlData>
<dc:title>Alice's Adventures in Wonderland</dc:title>
<dc:creator>Lewis Carroll</dc:creator>
<dc:date>between 1872 and 1890</dc:date>
<dc:publisher>McCloughlin Brothers</dc:publisher>
<dc:type>text</dc:type>
</xmlData>
</mdWrap>
</dmdSec>
<dmdSec ID="dmd003">
<mdWrap MIMETYPE="application/marc" MDTYPE="MARC" LABEL="OPAC Record">
<binData>MDI0ODdjam0gIDIyMDA1ODkgYSA0NU0wMDAxMDA...(etc.)
</binData>
</mdWrap>
</dmdSec>
E' da notare che tutti gli elementi <dmdSec> devono possedere
un attributo ID. Questo attributo e' un identificativo univoco
interno per ogni elemento <dmdSec> che puo' essere usato
nella mappa strutturale per collegare una particolare divisione
della gerarchia del documento ad un particolare elemento <dmdSec>.
Cio' permette a sezioni specifiche di metadati descrittivi di essere
collegati a parti specifiche dell'oggetto digitale.
Gli elementi <amdSec> contengono i metadati amministrativi
relativi ai file che costituiscono l'oggetto della biblioteca digitale
come quelli relativi ai file usati per creare l'oggetto dal materiale
originale di provenienza. Ci sono quattro tipologie principali
di metadati amministrativi per un documento METS: 1. metadati tecnici
(informazioni riguardanti la creazione, il formato e le caratteristiche
di utilizzo), 2. metadati sulla proprieta' intellettuale (copyright
e informazioni sulle licenze d'uso), 3. Metadati dell'origine (descrittivi
ed amministrativi riguardanti l'origine analogica di derivazione
dell'oggetto della biblioteca digitale), e 4. metadati della provenienza
digitale (informazioni sulle relazioni dei file sorgente e di destinazione,
sulle relazioni tra file master e di derivazione e sui file impiegati
nella migrazione/trasformazione tra la digitalizzazione originale
di un artefatto e la sua attuale "incarnazione" come oggetto della
biblioteca digitale ). Ognuna di queste quattro diverse tipologie
di metadati amministrativi ha un unico subelemento all'interno
dell'elemento <amdSec>, in cui poter inserire i metadati
specifici : <techMD>, <rightsMD>, <sourceMD> e <digiprovMD>. Ognuno
di questi elementi potrebbe ripetersi piu' di una volta in un documento
METS.
Gli elementi <techMD>, <rightsMD>, <sourceMD> e <digiprovMD> seguono
lo stesso modello di contenuto dell'elemento <dmdSec>: essi
potrebbero contenere un elemento <mdRef> per puntare ai metadati
amministrativi esterni, oppure usare un elemento <mdWrap> per
i metadati amministrativi presenti internamente, oppure essere
utilizzati entrambi. Istanze multiple di questi elementi potrebbero
ripetersi, ed ognuno di loro deve essere corredato di un attributo
ID in modo che gli altri elementi del documento METS (cosi' come
le divisioni della mappa strutturale o come gli elementi <file>)
possano essere collegati ai sottoelementi <amdSec> a cui
si riferiscono. Si potrebbe, per esempio, avere un elemento <techMD> che
include i metadati tecnici riguardanti le modalita' di produzione
di un file:
<techMD ID="AMD001">
<mdWrap MIMETYPE="text/xml" MDTYPE="NISOIMG" LABEL="NISO Img. Data">
<xmlData>
<niso:MIMEtype>image/tiff</niso:MIMEtype>
<niso:Compression>LZW</niso:Compression>
<niso:PhotometricInterpretation>8</niso:PhotometricInterpretation>
<niso:Orientation>1</niso:Orientation>
<niso:ScanningAgency>NYU Press</niso:ScanningAgency>
</xmlData>
</mdWrap>
</techMD>
Un elemento <file> all'interno di <fileGrp> potrebbe
successivamente identificare questi metadati amministrativi come
appartenenti al file attraverso l'attributo ADMID, che punta all'elemento <techMD> :
<file ID="FILE001" ADMID="AMD001">
<FLocat LOCTYPE="URL">http://dlib.nyu.edu/press/testimg.tif</FLocat>
</file>
La sezione file (<fileSec>) contiene uno o piu' elementi <fileGrp> usati
per raggruppare i file correlati. Un elemento <fileGrp> fornisce
un elenco di tutti i file che costituiscono una singola versione
elettronica dell'oggetto della biblioteca digitale. Per esempio,
potrebbero essere separate da elementi <fileGrp> le immagini
per le gallerie di immagini, quelle master di archivio e le versioni
pdf, le versioni TEI, etc.
Consideriamo l'esempio che segue come una sezione file da un oggetto
della biblioteca digitale di un racconto orale di cui si hanno
tre diverse versioni: una trascrizione a codifica TEI, un file
master audio in formato WAV, ed un file di derivazione in formato
MP3:
<fileSec>
<fileGrp ID="VERS1">
<file ID="FILE001" MIMETYPE="application/xml" SIZE="257537"
CREATED="2001-06-10">
<FLocat LOCTYPE="URL">http://dlib.nyu.edu/tamwag/beame.xml</FLocat>
</file>
</fileGrp>
<fileGrp ID="VERS2">
<file ID="FILE002" MIMETYPE="audio/wav" SIZE="64232836"
CREATED="2001-05-17" GROUPID="AUDIO1">
<FLocat LOCTYPE="URL">http://dlib.nyu.edu/tamwag/beame.wav</FLocat>
</file>
</fileGrp>
<fileGrp ID="VERS3" VERSDATE="2001-05-18">
<file ID="FILE003" MIMETYPE="audio/mpeg" SIZE="8238866"
CREATED="2001-05-18" GROUPID="AUDIO1">
<FLocat LOCTYPE="URL">http://dlib.nyu.edu/tamwag/beame.mp3</FLocat>
</file>
</fileGrp>
</fileSec>
In questo caso la <fileSec> contiene tre elementi di raggruppamento <fileGrp>,
uno per ogni differente versione dell'oggetto. Il primo e' il file
trascritto in codice XML, il secondo e' un master audio in formato
Wav ed il terzo e' il derivato in formato MP3. Sebbene in tale
esempio, gli elementi <fileGrp> per distinguere le differenti
versioni non sembrino essere utili, <fileGrp> diventa molto
piu' utile per oggetti costituiti da un numero cospicuo di immagini
di pagine digitalizzate o invece in altri casi dove una singola
versione e' costituita da un numero ingente di file. In quei casi,
e' necessario suddividere gli elementi <file> nei <fileGrp> per
identificare i file appartenenti ad una versione particolare del
documento.
Si puo' notare la presenza dell'attributo GROUPID con un valore
identico per i due elementi per i file audio <file>; cio'
sta ad indicare che i due file, dal momento che appartengono a
diverse versioni dell'oggetto, contengono le stesse informazioni
di base (e' possibile usare GROUPID allo stesso modo, per indicare
i file immagine di pagine equivalenti per quegli oggetti che sono
costituiti da molte immagini digitalizzate).
E' da notare, inoltre, che gli elementi <file> hanno un
attributo ID univoco. Tale attributo costituisce un nome univoco,
a cui possono fare riferimento le altre parti del documento. Un
esempio del meccanismo di riferimento e' visibile nella sezione
della Mappa Strutturale.
Va menzionato che gli elementi <file>potrebbero possedere
un elemento <FContent> invece di un elemento <FLocat>.
Gli elementi <FContent> vengono usati per inserire i contenuti
veri e propri del file nel documento METS, e devono essere codificati
in formato XML o Base64. Dal momento che i file incorporati non
sono qualcosa che abitualmente viene usato per preparare un documento
METS allo scopo di mostrare un oggetto della biblioteca digitale
all'utente, cio' puo' essere una caratteristica di una certa importanza
per lo scambio di oggetti della biblioteca digitale tra depositi
digitali, o per archiviare le diverse versioni degli stessi a scopo
conservativo.
La sezione della mappa strutturale di un documento METS definisce
la struttura gerarchica degli oggetti della biblioteca digitale
da presentare all'utente, in modo da permettergli di consultarli.
L'elemento <structMap> codifica tale gerarchia con una serie
nidificata di elementi <div>. Ogni elemento <div> e'
corredato di un attributo informativo che specifica di che tipo
di divisione si tratta, ed inoltre, puo' contenere puntatori METS
multipli (<mptr>) e puntatori ad elementi file (<fptr>)
per identificare il contenuto corrispondente a quella specifica
divisione <div>. I puntatori METS specificano documenti METS
separati come contenitori di informazioni di rilievo sul file per
quella <div> che li contiene . Cio' puo' essere utile per
codificare ampie collezioni di materiali (p.e. un intero giornale
) conservando traccia delle dimensioni di ogni file METS in un
insieme relativamente piccolo. I puntatori ai file specificano
i file (o in alcuni casi , sia gruppi di file , che locazioni specifiche
all'interno di un file) all'interno del documento METS corrente.
La sezione <fileSec>corrisponde alla parte di gerarchia rappresentata
dalla <div> corrente.
Di seguito viene fornito l'esempio di una semplice mappa strutturale:
<structMap TYPE="logical">
<div ID="div1" LABEL="Oral History: Mayor Abraham Beame" TYPE="oral history">
<div ID="div1.1" LABEL="Interviewer Introduction" ORDER="1">
<fptr FILEID="FILE001">
<area FILEID="FILE001" BEGIN="INTVWBG" END="INTVWND"
BETYPE="IDREF" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE002">
<area FILEID="FILE002" BEGIN="00:00:00" END="00:01:47"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE003">
<area FILEID="FILE003" BEGIN="00:00:00" END="00:01:47"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
</div>
<div ID="div1.2" LABEL="Family History" ORDER="2">
<fptr FILEID="FILE001">
<area FILEID="FILE001" BEGIN="FHBG" END="FHND"
BETYPE="IDREF" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE002">
<area FILEID="FILE002" BEGIN="00:01:48" END="00:06:17"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE003">
<area FILEID="FILE003" BEGIN="00:01:48" END="00:06:17"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
</div>
<div ID="div1.3" LABEL="Introduction to Teachers' Union" ORDER="3">
<fptr FILEID="FILE001">
<area FILEID="FILE001" BEGIN="TUBG" END="TUND"
BETYPE="IDREF" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE002">
<area FILEID="FILE002" BEGIN="00:06:18" END="00:10:03"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
<fptr FILEID="FILE003">
<area FILEID="FILE003" BEGIN="00:06:18" END="00:10:03"
BETYPE="TIME" />
</fptr>
</div>
</div>
</structMap>
Questa mappa strutturale definisce la gerarchia di un racconto
orale (del sindaco di New York City Abraham Beame ) che comprende
tre sottosezioni : la presentazione introduttiva dell'intervistatore,
alcuni racconti familiari da Mayor Beame ed un dibattito di come
e' stato coinvolto dall'unione degli insegnanti di New York. Ognuna
delle sottosezioni/divisioni e' collegata a tre file (presi dall'esempio
precedente "file groups" della sezione file) : una trascrizione
in codice XML, un master audio in formato Wav ed il derivato in
formato MP3. Un elemento sussidiario <area> viene usato in
ogni <fptr> per indicare che tale divisione corrisponde solo
ad una parte del file collegato e per identificare la parte specifica
di ogni file collegato. Per esempio, la prima divisione (l'introduzione
dell'intervistatore ) e' collegata alla parte del file di trascrizione
XML (FILE001) che si trova tra due tag con l'attributo ID uguale
a "INTVWBG" e "INTVWND." Essa , inoltre, e' collegata a due differenti
file audio; in questi casi piuttosto che specificare il valore
attibuto ID all'interno dei file collegati, i punti d'inizio e
di fine del materiale collegato all'interno dei file sono indicati
da un semplice codice di temporizzazione nel formato HH:MM:SS.
Cosi', l'introduzione dell'intervistatore, puo' essere trovata
in entrambi i file audio e nel segmento individuato dal punto iniziale
con cronometro uguale a 00:00:00, fino ad arrivare al tempo cronometrico
di 00:01:47.
La sezione dei link strutturali del formato METS e' la piu' semplice
tra le altre sezioni principali del documento METS, dal momento
che contiene un singolo elemento <smLink> (sebbene tale elemento
possa essere ripetuto). La sezione dei link strutturali del
METS e' stata creata per permettere di memorizzare la presenza
di hyperlink tra gli elementi costitutivi di una mappa strutturale <div> . Questa
e' un'utile facility se si vuole utilizzare lo standard METS per
archiviare siti web e conservarne la struttura ipertestuale, separatamente
dai file HTML del sito stesso.
Facendo un esempio, consideriamo il caso di un documento METS
per una pagina web contenente un'immagine che e' collegata con
un hyperlink ad un'altra pagina. L'elemento <structMap> probabilmente
conterrebbe divisioni <div> come le seguenti:
<div ID="P1" TYPE="page" LABEL="Page 1">
<fptr FILEID="HTMLF1"/>
<div ID="IMG1" TYPE="image" LABEL="Image Hyperlink to Page 2">
<fptr FILEID="JPGF1"/>
</div>
<div ID="P2" TYPE="page" LABEL="Page 2">
<fptr FILEID="HTMLF2"/>
</div>
</div>
Se si volesse indicare che il file immagine nella <div> contenuta
nella prima pagina, <div> viene collegata al file HTML della
seconda pagina <div>, si avrebbe un elemento <smLink> all'interno
della sezione <structLink> del documento METS:
<smLink from="IMG1" to="P2"
xlink:title="Hyperlink from JPEG Image on Page 1 to Page 2"
xlink:show="new" xlink:actuate="onRequest" />
L'elemento <smLink> usa una forma leggermente modificata
della sintassi XLink; vengono usati tutti gli attributi XLink ma
gli attributi "to" e "from" sono dichiarati per essere di tipo
IDREF piuttosto che NMTOKEN come la specifica originale XLink .
Cio' ci permette di indicare l'esistenza di link tra due nodi qualsiasi
nella mappa strutturale ed inoltre di usare gli strumenti XML di
processing per dare conferma che il nodo collegato esista realmente.
Una sezione comportamento puo' essere usata per associare comportamenti
eseguibili, al contenuto dell 'oggetto METS. Una sezione comportamento
contiene uno o piu' elementi <behavior>, ognuno dei quali
ha un definizione di interfaccia che rappresenta una definizione
astratta dell'insieme di comportamenti rappresentati in una particolare
sezione. Un <behavior>, inoltre, ha un elemento <mechanism> che
viene usato per puntare ad un modulo di codice eseguibile che implementa
ed esegue il comportamento definito in modo astratto dalla definizione
di interfaccia.
I comportamenti degli oggetti digitali possono essere implementati
come collegamenti a servizi web distribuiti come nell'esempio seguente
fornito dal progetto della Mellon Fedora .
<METS:behavior ID="DISS1.1" STRUCTID="S1.1" BTYPE="uva-bdef:stdImage"
CREATED="2002-05-25T08:32:00" LABEL="UVA Std Image Disseminator"
GROUPID="DISS1" ADMID="AUDREC1">
<METS:interfaceDef LABEL="UVA Standard Image Behavior Definition"
LOCTYPE="URN" xlink:href="uva-bdef:stdImage"/>
<METS:mechanism LABEL="A NEW AND IMPROVED Image Mechanism"
LOCTYPE="URN" xlink:href="uva-bmech:BETTER-imageMech"/>
</METS:behavior>
Altri riferimenti utili per questa sezione :
Conclusione
Lo schema METS definisce un meccanismo flessibile per la codifica
di metadati descrittivi, amministrativi e strutturali per gli oggetti
di una biblioteca digitale, e per documentare le relazioni complesse
tra le varie forme di metadati . Esso puo', inoltre, fornire un
utile standard per lo scambio tra depositi di oggetti appartenenti
alla biblioteca digitale . Infine, lo schema METS offre la capacita'
di associare un oggetto digitale a comportamenti o servizi. La
presente trattazione, mette in risalto le principali caratteristiche
dello schema, ma un'approfondita disamina dello schema e della
sua documentazione inclusa e' necessaria per capirne l'ampio spettro
di potenzialita'.
Questo documento corrisponde alla traduzione del documento "METS:
An Overview & Tutorial", pubblicato il 2 Giugno
2004.
La traduzione รจ stata curata da Angela Di Iorio nel corso
del progetto per la biblioteca digitale (S.I.M.B.A.D.),
realizzato per la Biblioteca Provinciale "P. Albino" di Campobasso (Italia).
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